Uno degli strumenti privilegiati dell’affermazione popolare del ritratto fotografico e della sua diffusione anche nelle campagne, si dimostrò essere la ferrotipia. Questa tecnica si fu praticata inizialmente in America, propagandosi successivamente anche in Europa.

Ferrotype, melainotype e tintype sono i termini con i quali ci si riferisce comunemente a questo processo. Tintype fu però la denominazione che si affermò in modo generale per definire il prodotto fotografico su lastra in ferro, che raggiunse rapidamente larga popolarità per la rapidità e l’economia che lo caratterizzavano.

La ferrotipia o tintipia, per coerenza con la tradizionale denominazione di tintype che il processo assume in America, venne messa a punto dal professore di chimica Hamilton L. Smith (1819-1903) come variante dell’ambrotipo su supporto metallico. Egli perfezionò l’invenzione nel laboratorio del Kenyon College a Gambier, in Ohio, con l’aiuto dell’assistente Peter Neff. Il metodo fu registrato il 19 febbraio 1856 (brevetto numero 14300) con la denominazione di MELAINOTYPE (dal greco μέλας  melainos: scuro, nero).

H. L. Smith cedette in seguito i suoi diritti a William e Peter Neff che intendevano sfruttare la concessione rivendendo una patente di autorizzazione ai fotografi che avessero adottato l’invenzione. Il brevetto proteggeva la tecnica di preparazione del supporto e non il processo in sé.

Melainotype 021  -  ©Chiesa-Gosio

Punzone di licenza Melainotype 021a  -  ©Chiesa-Gosio

 

Il manualetto “THE MELAINOTYPE PROCESS COMPLETE. COPYRIGHT SECURED. THIS MANUAL IS FOR THE USE OF THOSE ONLY WHO HAVE PURCHASED A PATENT RIGHT”, edito a Cincinnati nel 1856 è la prima pubblicazione relativa al processo tintype.

Le lastrine di questo primo periodo sono marcate lungo uno dei fianchi con la dicitura “MELAINOTYPE PLATE FOR NEFF’S PAT 19FEB56” e rappresentano i primi esemplari di fotografia a positivo diretto su supporto in ferro, agli albori dell’epoca del ferrotipo.

© 2015 by Gabriele Chiesa

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