Nel novembre del 1941, il periodico “Popular Science” annuncia così l’avvento di una nuova epoca nella stampa fotografica a colori: «Full-Color Prints Made from Film Transparencies».

Il motto con cui prese avvio la rivoluzione della fotografia popolare, alla portata di chiunque, fu creato da George Eastman per pubblicizzare la prima fotocamera Kodak: «Voi schiacciate il pulsante, noi facciamo il resto».

«You press the button, we do the rest» compare per la prima volta in una pubblicità sul “Photographic Herald and Amateur Sportsman” del novembre 1889.

Dalla fine del 1941 inizia l’epoca con cui “Kodak porta la fotografia a colori nella vita di ciascuno” (Kodak Research has made color photography a part of everyone's life).

Si realizzava così il sogno di ogni fotoamatore, intravisto fino dal 1936, con l’introduzione delle diapositive Kodachrome. Fino ad allora la fotografia commerciale a colori era stata realizzata in diapositiva, vetro o pellicola: le immagini potevano essere osservate per trasparenza o in proiezione. Esistevano già processi di stampa a colori su supporto cartaceo, ma si trattava di procedimenti complessi che avevano un’applicazione molto ristretta in ambiente scientifico, professionale o di élite amatoriale. Le competenze richieste, la criticità del metodo e l’abilità manuale richiesta rendevano questo genere di prodotto un raffinato risultato di sapore quasi sperimentale, riservato a pochi esemplari. Il consumo popolare della fotografia a colori appariva allora ancora un sogno.

Il colore, quando ritenuto indispensabile veniva aggiunto a mano, usando pigmenti colorati da applicare sulla superficie della fotografia.

In Italia la stampa fotografica a colori intesa propriamente detta (non la fotografia colorata) si diffuse dalla fine degli anni 1970. Negli U.S.A. la stampa a colori divenne invece disponibile addirittura negli anni della seconda guerra mondiale, appunto a partire dal 1941.

La rivoluzione della stampa fotografica a colori inizia con le MINICOLOR KODAK, nate come processo di conversione in stampe a colori dalle diapositive Kodachrome. L’idea commerciale era quella di offrire la possibilità di portare con sé anche nel portafoglio, un ricordo a colori da conservare, mostrare ed ammirare con affetto. Il costo era relativamente elevato, anche in considerazione delle dimensioni molto ridotte. Destinate alla consacrazione su supporto opaco erano dunque le diapositive migliori o più significative.

Non per caso la pubblicità delle MINICOLOR faceva leva in modo deciso sui valori e i sentimenti legati alla famiglia, particolarmente in un periodo storico segnato dalla guerra e dal distacco dalle persone più care.

Le MINICOLOR venivano prodotte partendo dalle diapositive originali in pellicola Kodachrome nei formati film 35 mm. (135) e Kodak Bantam (828).

La pellicola in rullino perforato formato 135 è abbastanza conosciuta. Per il formato bantam è opportuno dare qualche ulteriore indicazione. Si trattava di una pellicola prodotta da Kodak dal 1935 e destinata al mercato “lower-end consumer” . Ciò implicava l’acquisto di fotocamere espressamente realizzate per il formato Bantam. Si utilizzava la medesima base film in formato 135, sfruttando pienamente la superficie fotosensibile, grazie alla mancanza della tradizionale perforazione. Il dorso era protetto da una carta, come avviene per la pellicola 120. La superficie utile era pertanto di 40×28 mm. invece del normale 24×36 mm.

Dunque le MINICOLOR erano esclusivo appannaggio del piccolo formato (135 e 828) e partendo dalle tradizionali diapositive montate in telaietto 2”x2”.

L’aspetto e la consistenza è quello di una carta da gioco piuttosto sottile, con gli spigoli arrotondati. Il supporto bianco opaco è realizzato in acetato di cellulosa.

Gli ingrandimenti MINICOLOR furono inizialmente prodotti nei formati “2X” (2¼” x 3¼” ) e “5X” (5” x 7½” ) ed in seguito “8X”. La versione professionale in grande formato del processo MINICOLOR è il processo Kotavachrome, che differisce da quello amatoriale solamente per il fatto di essere prodotto a partire da trasparenze Kodachrome professionali fino alla misura di 8” x 10” per giungere alla realizzazione di stampe 30” x 40” adatte a ingrandimenti da parete e prestigiosi portfolio d’arte, arredamento ed architettura.

La qualità delle tinte, la brillantezza e la stabilità del colore, a distanza di così tanti decenni, lascia stupefatti. Le stampe fotografiche a colori degli anni 1970, successive di oltre trent’anni, non risultano nemmeno confrontabili perché generalmente hanno preso tutte le informazioni colore che invece le MINICOLOR hanno mantenuto intatte nel tempo.

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    Pubblicità advertisement reclame Minicolor Kodak del 1944.

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    MINICOLOR KODAK, formato 2x, 1943, coppia di commilitoni in posa in località desertica sconosciuta.

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    MINICOLOR KODAK, formato 2x, 1943, dorso della Minicolor precedente.

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    Pubblicità advertisement reclame Minicolor Kodak del 1945.

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    MINICOLOR KODAK, formato 2x (2¼” x 3¼” ).

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    MINICOLOR KODAK, formato 2x (2¼” x 3¼” ).

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    MINICOLOR KODAK, formato 2x (2¼” x 3¼” ).

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    MINICOLOR KODAK, formato 2x (2¼” x 3¼” ).

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    MINICOLOR KODAK, formato 2x (2¼” x 3¼” ) , 1945, coppia di ragazzi che probabilmente indossano parti della divisa del loro padre.

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    MINICOLOR KODAK, formato 2x (2¼” x 3¼” ).

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    Pubblicità  advertisement reclame Minicolor Kodak del 1942

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    Busta di confezione commerciale MINICOLOR KODAK, formato 2x, 1943, verso.

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    MINICOLOR KODAK, formato 2x (2¼” x 3¼” ).

  • Minicolor 001 ©Chiesa-Gosio
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    MINICOLOR KODAK, formato 2x (2¼” x 3¼” ).

  • Minicolor 003 ©Chiesa-Gosio
  • Descrizione:

    MINICOLOR KODAK, formato 2x (2¼” x 3¼” ).