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Le caratteristiche
dell'illuminazione




Consideriamo le situazioni di base dell'illuminazione.
Ci sono cinque condizioni caratteristiche i cui effetti sono facilmente riconoscibili. Corrispondono ai casi in cui la luce, rispetto al soggetto (non alla fotocamera), giunge frontalmente, lateralmente, dal retro, dall'alto e dal basso. Nella pratica questi effetti vengono usati molto raramente da soli e normalmente vengono combinati.

L'illuminazione frontale

Quando la luce cade perpendicolarmente alla parte anteriore del soggetto, provoca ombre indefinite, visibili dal punto in cui si trova l'apparecchio fotografico se anche questo è vicino alla sorgente di luce o quasi in asse con essa.
In questo modo, il soggetto illuminato e ripreso frontalmente appare praticamente privo di rilievo; si distingue soltanto per la sua forma sullo sfondo e per la diversità di colore e di tono. Quando tuttavia la superficie del soggetto è inclinata in rapporto alla fotocamera (per esempio nei ritratti ciò accade in particolare per le guance e il collo) si riflette verso l'obiettivo una quantità inferiore di luce, e questo fatto giustifica la comparsa di tonalità progressivamente più scure anche su alcune aree colpite appunto da illuminazione frontale.
L'illuminazione frontale è piatta e senza ombre; porta a immagini in chiave alta (high-key) di soggetti privi di forti contrasti tonali o di colori. Può però essere particolarmente raccomandabile con pellicole diapositive a colori nel caso in cui si voglia ottenere la massima fedeltà cromatica in rapporto all'originale, in quanto tutti i diversi colori del soggetto ricevono la medesima illuminazione (meglio se diffusa) e vengono così più facilmente compresi nella zona di latitudine di posa di un'invertibile.
L'illuminazione frontale è abbastanza frequente anche quando si lavora in luce diurna e si verifica quando il sole si trova alle spalle del fotografo. Per questo motivo viene di solito accettata senza difficoltà dall'osservatore, che la trova del tutto normale.


L'illuminazione laterale.

Quando la fonte di luce si trova posta lateralmente rispetto all'asse fotocamera-soggetto, illumina completamente un fianco del soggetto stesso e lascia l'altro nella più completa oscurità. Il soggetto assume così un forte rilievo, in quanto le parti che sporgono vengono evidenziate al massimo e ognuna viene resa in una metà molto chiara, e in una molto scura, a volte nera. Anche l'illuminazione laterale è comune nell'esperienza visiva di tutti i giorni e viene pertanto accettata come naturale.


I'illuminazione dall'alto

Se la luce arriva sul soggetto dall'alto, provoca ombre simili a quelle già prese in considerazione con l'illuminazione laterale. Vengono pertanto evidenziate le parti sporgenti o rientranti del soggetto, che saranno riprodotte in parte molto chiare e in parte molto scure. Tranne che nei paesi tropicali, l'illuminazione dall'alto non si verifica se non in studio e appare quindi innaturale agli occhi di un osservatore.


L'illuminazione dal basso

Quando la luce raggiunge il soggetto dal basso, le ombre sono rivolte verso l'alto. Le parti sporgenti sono chiare nella parte bassa e in ombra nella parte alta. Le ombre proiettate vanno a fondersi con la parte alta del soggetto, anche essa in ombra, dando luogo a un'unica zona molto scura.
L'illuminazione dal basso non si verifica praticamente mai in natura e appare dunque piuttosto innaturale. La situazione più tipica in cui si usa questo tipo di illuminazione è quella delle rappresentazioni teatrali, in cui spesso le luci del palcoscenico vengono sfruttate per creare una particolare atmosfera drammatica.


L'illuminazione da dietro

Ponendo la sorgente di luce dietro il soggetto, questo risulta completamente in ombra, ma la sua presenza viene sottolineata da un bordo luminoso che deriva dalla riflessione dei raggi sulle superfici ruvide, sui tessuti o sui capelli: l'effetto ricorda quello di un'eclisse di sole. Il bordo di luce si allarga spostando la sorgente di luce lateralmente, verso l'alto o verso il basso. Questo effetto di illuminazione è normale quando il sole sorge o tramonta, e non appare pertanto innaturale. Nello stesso tempo lascia però la parte anteriore del soggetto completamente in ombra, per cui in fotografia di solito si ritiene opportuno schiarire questa parte frontale e a tale scopo si ricorre spesso a un pannello riflettente o a una seconda sorgente di luce.



Le luci fondamentali

Non ci sono limiti al numero di sorgenti di luce che si vogliono usare, né al ruolo che ciascuna può svolgere come componente di un determinato schema di illuminazione. Ogni fonte di luce può assumere però soltanto quattro particolari funzioni (anche se un solo illuminatore - lampada o flash - può assumere contemporaneamente più di una funzione) quella di luce principale, di luce secondaria, di luce d'effetto o di luce per lo sfondo.


La luce principale

In ogni schema di illuminazione c'è una luce che predomina sulle altre; determina le luci e le ombre più importanti e la sua posizione condiziona l'effetto generale del risultato finale. Altre luci abbastanza intense per competere con quella principale potrebbero produrre altre ombre, dividere l'interesse dell'osservatore e l'immagine potrebbe risultare confusa e incoerente.


La luce secondaria

Il compito della luce secondaria è quello di schiarire le ombre portate dalla luce principale. AI contrario dell'occhio umano, le emulsioni fotografiche non sono in grado di registrare in modo soddisfacente forti contrasti tra luci e ombre, come appunto quelli presenti in un soggetto illuminato da un'unica sorgente di luce. Perciò la luce secondaria, diretta sulle ombre, rende possibile una corretta resa tonale dell'immagine. Si raggiunge un ragionevole equilibrio tra le parti illuminate e quelle in ombra quando la luminosità di queste ultime è pari all'incirca a un terzo delle altre. Si arriva a questo risultato variando la distanza tra luce secondaria e soggetto, oppure usando illuminatori (lampade o flash) di diversa potenza o variamente schiariti in modo da ridurre il flusso luminoso.
La posizione della luce secondaria va determinata in modo da schiarire le ombre già esistenti senza crearne altre. Di norma, a questo scopo è particolarmente utile ricorrere a fonti di luce diffusa e morbida. AI posto della luce secondaria si possono usare dei pannelli riflettenti, in studio come in esterni. Questi pannelli non sono comodi e versatili come una luce secondaria, ma possono essere usati dappertutto e sono molto economici.


La luce d'effetto

La luce cosiddetta d'effetto ha lo scopo di introdurre nel soggetto una zona limitata di particolare luminosità, per esempio un profilo chiaro, oppure un riflesso sui capelli o su una guancia in un ritratto. Una delle soluzioni più comuni tra le applicazioni fotografiche della luce d'effetto consiste nel porre una lampada dietro il soggetto per formare un alone luminoso, di solito intorno ai capelli. Possono svolgere la funzione di luce d'effetto gli spot, le lampade a luce diffusa, i pannelli riflettenti e anche degli specchi.

La luce per lo sfondo

Fotografando in esterni, lo sfondo può essere semplice o composto da molti oggetti, illuminato o in ombra: ma, in ogni caso, si tratta sempre della scelta di un qualcosa che già esiste. In studio, invece, lo sfondo lo deve creare il fotografo; e nell'immagine finale non ci sarà alcuno sfondo visibile se il fotografo, volutamente o per caso, non l'avrà illuminato. Gli sfondi possono essere i più vari: si va da superfici piane o fondali di vario colore, a complete ricostruzioni di ambienti (o varie superfici lavorate). Chi lavora professionalmente preferisce spesso illuminare separatamente lo sfondo con una luce apposita. Questa può essere uno spot o una sorgente di luce diffusa, a seconda delle necessita. Quando si utilizza uno spot si può alterare la forma del raggio di luce proiettato sullo sfondo regolando la messa a fuoco, modificando l'angolo di incidenza del raggio oppure adottando delle maschere applicate alla parte anteriore dello spot. Usando un sistema a illuminazione diffusa si può invece intervenire spostando la sorgente di luce stessa e l'eventuale pannello riflettente e facendo uso di maschere sagomate di cartone per proiettare ombre nella forma desiderata.
Lo scopo principale dell'illuminazione dello sfondo è quello di ottenere un buon contrasto tonale tra sfondo e soggetto. Nel più semplice dei casi, quando il soggetto è illuminato lateralmente, lo sfondo viene illuminato in modo controllato, così che la parte chiara del soggetto risulti su fondo scuro, e la parte scura su fondo chiaro. Può essere schiarito al massimo, in modo che i bordi del soggetto, più scuro, siano ben visibili; oppure può essere mantenuto uniformemente scuro così che i bordi del soggetto, per contrasto, appaiano più chiari. Gli effetti possibili sono infiniti e controllabili, ma non vanno mai lasciati al caso dato che l'illuminazione dello sfondo è importante.


I pannelli riflettenti

Quando si dispone di una sola sorgente di luce, è possibile affidare a superfici riflettenti il ruolo di luce secondaria. Le superfici riflettenti sono di solito dei pannelli piani verniciati in bianco o in argento, dei fogli di polistirolo espanso, dei teli di tessuto bianco ben teso, o anche dei fogli di carta da disegno. Una superficie di questo tipo può essere disposta in modo da ricevere i raggi di una sorgente di luce riflettendoli in un'altra direzione. Un pannello riflettente con la superficie perfettamente lucida riflette la luce in linea retta, come uno specchio, mentre altri pannelli in bianco opaco distribuiscono i raggi e forniscono un'illuminazione molto diffusa.
Utilizzando i pannelli di schiarimento si possono risolvere moltissimi problemi di illuminazione. I pannelli possono addirittura essere usati come illuminazione principale, per riflettere sul soggetto tutta la luce di una determinata sorgente in modo da evitare un'illuminazione diretta. Si ottiene in questo caso un'illuminazione molto diffusa, con ombre appena accennate (un caso tipico si ha quando si fa riflettere la luce di un lampeggiatore sulle pareti o sul soffitto di una stanza, illuminando la scena in luce riflessa). Si possono quindi considerare i pannelli riflettenti anche come una particolare fonte di luce, morbida e diffusa. Va però sottolineato che in genere, a causa della loro debole riflessione, essi vanno usati vicino al soggetto; se la diffusione della luce è eccessiva si possono adottare superfici argentate o addirittura a specchio.

Gabriele Chiesa





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