© 2000 by Gabriele Chiesa
[IMMAGINI ANCORA DA INSERIRE]

Le prime immagini ottico-chimiche erano pezzi unici impossibili a riprodursi; non si poteva averne più copie se non ripetendo la ripresa dello stesso soggetto. Ovviamente ogni posa, a meno che si trattasse di oggetti immobili, riusciva diversa dalla precedente. Questo fatto era sentito come un grave limite, tanto più se si considera che la fotografia era nata con l'ambizione di diventare una tecnica di copiatura della realtà in grado si soppiantare i costosi e poco produttivi strumenti di fabbricazione di icone allora largamente in uso.

Un bravo artigiano impiegava un tempo non trascurabile per incidere su una matrice anche figure graficamente semplici. Il suo lavoro richiedeva una grande abilità ed esperienza e doveva quindi essere adeguatamente remunerato. La speranza di ottenere una matrice incisa automaticamente dalla luce (foto incisa) era servita di impulso pel le prime ricerche. Il risultato era ancora incompleto; buono solo per produrre immagini destinate al consumo domestico e destinate a creare qualche problema di concorrenza solo ai ritrattisti che, del resto, abbandonarono in buon numero pennello e tavolozza per diventare loro stessl fotografi.

Una interessante via d'uscita fu tentata da alcuni editori che impiegarono le immagini dagherrotipiche come modello da fornire ai loro incisori; i quali, senza muoversi dal laboratorio, avevano cosl una guida sicura a cui rifarsi, meno soggettiva e più precisa dello schizzo disegnato nella più pignola delle maniere.

La fortuna dell'immagine fotografica rimaneva però sempre legata alla possibilità di ottenere più copie della stessa ripresa in maniera economicamente vantaggiosa; in modo da poterne fare dono alle diverse persone emotivamente interessate al soggetto ripreso.

Ben presto la tecnica del negativo-positivo rese pressochè illimitatamente riproducibili le immagini e l'invenzione della fotoincisione consentì alla stampa di fabbricarne in quantità fino ad allora impensate.

La mutata struttura della società, con l'allentamento dei vincoli familiari e di amicizia, ha reso sempre meno rilevante l'uso di scambiarsi immagini delle persone care. La stampa multipla dei ritratti risulta sostituita dal maggior consumo di materiale fotografico. Dove un tempo ci si faceva fotografare poche volte ottenendo però numerose copie, oggi si tende a produrre grandi quantitativi di immagini singole.

Attenuandosi una delle funzioni sociali storicamente proprie della fotografia privata (lo scambio e il dono) anche l'industria riesce a fare accettare materiali che non consentono multipli, come quelli a sviluppo istantaneo. Sebbene la negativa consenta la riproduzione di numerose fotografie identiche, anzi si sia affermata proprio per questo motivo, quasi nessuno si sogna di trarne più della solita stampina standard.

È così che, in questo importante momento di trasforrnazione della civiltà dell'immagine, ci troviamo ancora in mano riprese in pezzo unico come quando la rappresentazione ottico-chimica della realta muoveva i suoi primi passi.

© 2000 by Gabriele Chiesa
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