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Il lampeggiatore
elettronico

© 1990 by Gabriele Chiesa




Per scegliere ed impiegare correttamente un flash, è opportuno conoscere il significato del numero guida (NG). Questo elemento permette di conoscere la potenza effettiva del lampo ed eventualmente calcolare la corretta esposizione (nei casi in cui bisogna operare manualmente). Mentre per i lampeggiatori professionali da studio la potenza viene generalmente espressa in WATT/sec, nel settore dei lampeggiatori elettronici portatili, sempre usati con le proprie parabole fisse (le torce dei lampeggiatori elettronici da studio possono invece utilizzare più parabole riflettenti e si impiegano in genere con superfici di riflessione), si adotta l'espressione della potenza indicata dal cosiddetto numero guida: un valore numerico che si ricava facilmente moltiplicando la distanza tra soggetto e lampo per il diaframma necessario a una esposizione corretta:

N.G. = d X f

dove N.G. sta per numero guida; d per la distanza tra il lampo e il soggetto e f per il valore del diaframma.

Se si vuole conoscere direttamente (pure se approssimativamente) il numero guida del proprio lampeggiatore, basta regolarlo sulla sensibilità per la quale si desidera determinare il N.G. e leggere il diaframma corrispondente alla distanza di un metro.

Naturalmente il numero guida varia e dipende dalla sensibilità della pellicola in uso; normalmente l'indicazione del numero guida dei lampeggiatori professionali è effettuata in riferimento alla sensibilità di 100 ISO. Tuttavia, spesso l'indicazione viene data per sensibilità maggiori in modo da trarre in inganno il compratore che può finire per illudersi di avere davanti un flash di potenza maggiore.

Esemplifichiamo: dato un soggetto posto a tre metri che risulta correttamente esposto con il diaframma f/8, qual'è il numero guida del lampeggiatore elettronico in uso?
Noti d = 3 e f = 8,si applica la formula

N.G. = d X f = 3 X 8 = 24

il numero guida del lampeggiatore elettronico è 24, Questo per la pellicola in uso.

Se consideriamo di avere una pellicola di 100 ISO di sensibilità, il numero guida 24, che è espresso secondo le norme internazionali e universalmente accettato come espressione di potenza di un dato flash. Nella pratica quindi, supponendo di avere a disposizione una pellicola meno sensibile si devono fare le trasposizioni del caso.

Nelle stesse condizioni, una pellicola meno sensibile, per esempio di sensibilità di 50 ISO, impone un diaframma più aperto. Quindi i dati noti sono d = 3 e f = 5,6; si applica la formula N.G. = d X f = 3 X 5,6 = 16,8. Arrotondando, il numero guida del lampeggiatore elettronico in questione per la sensibilità di 100 ISO è 17.

Al numero guida più alto corrisponde sempre il lampeggiatore elettronico più potente, evidentemente confrontando il numero guida riferito alla stessa sensibilità. In genere le dimensioni del lampeggiatore sono direttamente proporzionali alla sua potenza. Il condensatore elettrolitico, che è quello utilizzato dai lampeggiatori elettronici, ha infatti le dimensioni strettamente legate alla sua capacita. Questo spiega, nella pratica quotidiana la potenza relativamente contenuta dei lampeggiatori elettroni ci più piccoli.

A ogni lampo, come già abbiamo visto parlando dei circuiti del lampeggiatore elettronico, l'energia elettrica racchiusa nel condensatore si scarica nell'ampolla. Dopo il lampo quindi il circuito del flash ha bisogno di un certo tempo per ricaricare completamente il condensatore.

Questo tempo, comunemente definito come intervallo di ricarica, dipende in buona parte dalla capacità del condensatore (e quindi dalla potenza del lampo) e in altra percentuale dall'energia erogata dall'alimentazione.

Il condensatore è dunque sempre frutto di una sorta di compromesso che realizza un corretto equilibrio dei fattori in campo. Un condensatore molto capace consente un lampo molto potente ma determina al contempo un intervallo di ricarica lungo: I'energia elettrica proveniente dall'alimentazione ci mette insomma tanto tempo per "riempire" di nuovo il condensatore. Al contrario un condensatore poco capace dà origine a un lampo debole con un breve tempo di ricarica.

I lampeggiatori elettronici a computer muniti di economizzatore hanno un condensatore che non si scarica mai completamente e quindi l'intervallo di ricarica è variabile: per i soggetti vicini è molto breve e per i soggetti più lontani è più lungo. L'intervallo di ricarica funzionale alla distanza di ripresa determina l'indicazione dei fabbricanti che dichiarano per esempio, per questa categoria di lampeggiatori, "intervallo di ricarica da 0,5 a 8 secondi" (ciò significa che in relazione alla distanza di ripresa l'intervallo di ricarica oscilla entro un minimo di mezzo secondo e un massimo di otto secondi).

Il tempo di ricarica dipende poi in larghissima misura dallo stato dell'alimentazione. Ovviamente quando l'alimentazione (batterie o accumulatori) è fresca l'intervallo è più breve di quando l'alimentazione sta esaurendosi. Così se tra i primi lampi si ha sempre un intervallo di ricarica che coincide grosso modo con le dichiarazioni dei fabbricanti, man mano che si utilizza il lampeggiatore l'intervallo tende ad allungarsi.

Per esprimere la potenza luminosa di un lampeggiatore Si ricorre spesso al numero guida, che è il prodotto del diaframma (necessario per la corretta esposizione) per la distanza lampeggiatore-soggetto.

Per convenzione il numero guida viene riferito a una sensibilità pellicola pari a 100 ASA/ISO e si intende per il lampeggiatore nelle sue normali condizioni di ripresa, cioè parabola in perfetta efficienza e ambiente di lavoro di dimensioni normali e con pareti chiare.

A partire dal valore del numero guida, e conoscendo la sensibilità della pellicola in uso, è dunque sempre possibile calcolare il corretto diaframma da impostare sull'obiettivo data la distanza di ripresa. Dividendo il numero guida per la distanza lampeggiatore-soggetto si ottiene infatti il valore di diaframma

f = N.G./ dist

dove f sta per il diaframma, N.G. per il numero guida e dist per la distanza lampeggiatore-soggetto.

Un esempio: dato il numero guida 24, che diaframma si deve impostare sull'obiettivo per esporre correttamente un soggetto posto a tre metri?

Noti N.G. = 24 e dist = 3, si applica la formula

f=N.G. 24 / dist 3 = 8

Il diaframma per l'esposizione corretta è quindi f/8. Così, per un soggetto posto a due metri il diaframma è f/11, per un soggetto a quattro metri è f/5,6 e per un soggetto a sei metri è f/4.

Dall'esempio riportato risulta evidente che il lampeggiatore sotto sta alla "legge del quadrato inverso della distanza", relativa alI'illuminazione che appunto diminuisce in proporzione al quadrato della distanza tra sorgente luminosa e soggetto. Raddoppiando la distanza lampeggiatore-soggetto, I'esposizione deve essere quadruplicata. E cosi è stato per l'esempio considerato: a tre metri diaframma f/8 e a sei metri diaframma f/4. Il fattore di moltiplicazione 4 x, relativo alla distanza che raddoppia, impone un'apertura di due stop: da f/8 si passa a f/4.

Altrimenti espressa, la questione può essere sintetizzata dicendo che il sistema (numerico) del numero guida tiene conto del fatto che la quantità di luce che colpisce il soggetto è sempre inversamente proporzionale al quadrato della distanza dalla sorgente luminosa. Cambiando la distanza lampeggiatore-soggetto occorre quindi ricordare che, se la distanza e raddoppiata, solo un quarto della luce riflessa dal soggetto raggiungerà realmente la pellicola, se invece la distanza è dimezzata, la quantità di luce sarà il quadruplo. Nel primo caso il diaframma di lavoro deve essere aperto di due stop e nel secondo deve essere chiuso di altrettanti due scatti.

Tutte le considerazioni relative al diaframma di lavoro da impostare nella ripresa con il lampeggiatore sottintendono l'impostazione di un tempo di otturazione sincronizzato con il lampo. Un tempo più breve di quello indicato non sincronizza l'otturatore con il lampo. Per quanto riguarda la regolazione dell'otturatore dunque non esiste più alcuna dipendenza con il diaframma che influisca sull'esposizione effettiva, come invece si verifica per le esposizioni senza lampeggiatore.

Una diffusa tendenza costruttiva ha reso i lampeggiatori elettronici molto versatili nell'impiego. Molti lampeggiatori possono allargare il campo coperto mediante diffusori, cosi come possono concentrare il flusso mediante sistemi ottici. In queste due condizioni, evidentemente, non vale più il valore nominale e iniziale del numero guida. I fabbricanti indicano perciò i valori modificati del numero guida allegandoli agli accessori opzionali che consentono di variare il flusso luminoso. Comunque sia, bisogna sempre tener conto che qualsiasi intervento di diffusione della luce imporrà di aprire il diaframma, mentre ogni correzione del fascio luminoso, nel senso della concentrazione, determinerà una chiusura del diaframma. Si noti infine che deve proprio essere attribuita alla possibilità di intervenire con adatti accessori sul flusso luminoso la tendenza di numerosi fabbricanti di lampeggiatori professionali a fornire indicazioni di potenza dell'unita base espresse in watt o in joule/sec anziché con il convenzionale numero guida.

Spesso è poi possibile indirizzare il fascio di luce del flash verso superfici riflettenti, piuttosto che direttamente sul soggetto. In questo caso la distanza va calcolata tenendo conto dell'effettivo percorso della luce, aprendo di uno stop se la superficie riflettente è abbastanza luminosa. Si tenga conto dell'eventuale dominante che può essere introdotta dalla superficie riflettente e si eviti quindi di inviare il fascio di luce su pareti intensamente colorate.

Per i lampeggiatori elettronici dedicati è importante fare attenzione a che non venga superato il limite massimo di distanza, oltre il quale si otterranno immagini esposte in modo scorretto. Tale limite è ovviamente più esteso regolando il flash sulla posizione di piena potenza. Per riprese più vicine il tempo di ricarica risulterà abbreviato regolando invece sulla posizione di mezza potenza.

Gabriele Chiesa





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