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Il materiale sensibile
infrarosso

© 2000 by Gabriele Chiesa



Le radiazioni elettromagnetiche costituiscono una grande famiglia che comprende forme di energia che siamo abituati a considerare molto diverse tra di loro (calore, onde radio...). Esse sono caratterizzate da una propagazione "pulsante" che ha fatto sì che si parlasse di onde e, conseguentemente, di lunghezze d'onda. In particolare la luce visibile è costituita da emissioni con una lunghezza d'onda compresa tra i 400 e i 750 nm (nanometri, miliardesimi di metro). Tra questi due valori sono comprese le emissioni luminose che generano il viola fino, attraverso tutti gli altri colori (blu, ciano, verde, giallo, arancio... ), al rosso.

Al di là del viola abbiamo l'ultravioletto, mentre al di là del rosso abbiamo l'infrarosso; in ogni caso il nostro occhio non è in grado di vedere nulla partendo proprio da queste due zone di radiazioni. Tuttavia speciali pellicole fotografiche possono registrare emissioni fino a circa 1200 millimicron (l'infrarosso si estende da circa 700 a 15.000 millimicron).

La luce infrarossa presenta caratteristiche molto peculiari che la rendono adatta ad applicazioni scientifiche e, volendo, creative. è in grado di penetrare la foschia e le nebbia leggera in misura maggiore rispetto alla luce visibile; viene riflessa dagli oggetti in modo un diverso da quello che siamo abituati a riconoscere; ai limiti della sua zona di lunghezza d'onda possiede caratteristiche calorifiche (il che vuol dire che, a questo punto, calore e luce sono molto simili). I raggi del sole sono molto ricchi di radiazioni infrarosse (particolarmente se non filtrati da nubi o spessi strati di atmosfera, come accade nelle belle giornate estive).

Un'altra importante sorgente di infrarosso che interessa i fotografi è costituita dai lampeggiatori elettronici. Se si vuole fare della vera fotografia all'infrarosso è tuttavia necessario filtrare la luce che passa attraverso l'obiettivo. Tutte le pellicole sono infatti sensibili al blu (oltre che al rosso e all'infrarosso) e dobbiamo quindi poter bloccare la luce della lunghezza d'onda che non desideriamo registrare.

Nelle riprese fotografiche con pellicola all'infrarosso è necessario tenere conto del fatto che i raggi di questa luce vanno a fuoco su di un piano diverso rispetto a quello della luce visibile. In pratica bisogna comportarsi come se il soggetto fosse leggermente più vicino. Molti obiettivi sono comunque dotati sulla ghiera di messa a fuoco di un riferimento generalmente segnato in rosso, accanto al segnalino di normale messa a fuoco (ecco svelato il "mistero del trattino rosso") che consente una regolazione più precisa (non fidarsi quindi di quello che si vede nel mirino perchè una regolazione impostata sulla luce visibile ha un valore relativo).

Per ottenere immagini interessanti è necessario sapere come si comporta la luce infrarossa. Essa viene quasi interamente assorbita dalle superfici d'acqua e dal cielo che risulteranno quindi praticamente neri mentre è intensamente riflessa da alcune sostanze di origine organica (come la clorofilla contenuta nelle foglie). Lo stesso verde quindi potrà risultare estremamente denso se derivante da un pigmento chimico o estremamente luminoso se appartenente a fogliame..

Due piante apparentemente verdi allo stesso modo diverranno, in fotografia, molto diverse se le loro foglie conterranno differenti quantitativi di clorofilla (a seconda dello stato di salute, ad esempio).

E'pure interessante considerare che questo tipo di radiazioni è in grado di penetrare per qualche millimetro sotto le superfici che colpisce rivelando quindi particolarità invisibili all'occhio ma utili, ad esempio, per la ricerca medica.

Dato che le radiazioni calorifiche emettono un certo quantitativo di luce infrarossa è possibile procedere alla rilevazione fotografica di fonti di calore anche al buio. La capacità della pellicola all'infrarosso di penetrare la foschia la rende utile in questo genere di riprese (anche se non risulta risolutiva perche'è proprio in queste giornate che ci arriva meno infrarosso dal sole).

Siccome il calore è praticamente una sorgente di infrarosso, esso è anche il peggior nemico della pellicola destinata a queste riprese in quanto ha la capacità di produrre un velo che degrada la qualità dell'immagine. Bisogna perciò evitare di esporre la fotocamera ai raggi diretti del sole ed essere certi di aver acquistato materiale fresco e correttamente conservato.

La conservazione e il trattamento delle pellicole infrarosse sono senz'altro il punto critico di questa tecnica fotografica. E'indispensabile fornirsi presso un negoziante che conservi in frigorifero il materiale di questo tipo e controllare scrupolosamente la data di scadenza riportata sulla confezione.

Praticamente esiste solo una ditta che produce materiali sensibili all'infrarosso fornendone i suoi grossisti con la continuità che possa garantire la freschezza del prodotto e provvedendo ad imporre specifiche ristrette per lo stoccaggio. Questa ditta (è proprio quella che avete pensato) mette in commercio due tipi di pellicola diapositiva e di negativo bianco/nero tarate per luce diurna. Per l'uso amatoriale è consigliabile impiegare il tipo ad alta sensibilità (HS).

La rapidità è tuttavia dichiarata per l'uso senza filtro; quindi una condizione di ripresa che praticamente non verrà utilizzata. Bisogna perciò tenere conto del fattore di aumento dell'esposizione che sarà richiesto dal filtro (è riportato sulla sua montatura, se è a vite). Ricordiamo che 2, 4, 8, significano progressivamente 1, 2, 3 stop (diaframmi più aperti o tempi più lunghi). I filtri per infrarosso veri e propri lasciano passare solo le radiazioni di questo tipo, sono apparentemente opachi (neri) e lavorano a partire da una determinata lunghezza d'onda (tipicamente da 270 o 900 nm).

Nella fotografia ordinaria, tuttavia, è generalmente desiderabile ottenere anche una porzione della luce visibile in modo da poter godere di una maggior rapidità di esposizione e poter leggere dettagli che altrimenti andrebbero persi. Si usano quindi anche i filtri giallo intenso, arancio o rosso, che permettono di cambiare il contrasto e l'effetto dei colori che verranno comunque alterati. L'effetto sarà tanto più visibile quando le riprese verranno effettuate in ambiente esterno e comprenderanno soggetti naturali (legno, acqua, vegetazione, cielo) che riflettono l'infrarosso in modo più differenziato di quanto accada con la luce visibile, producendo risultati di colore imprevedibili. Il trattamento dovrà essere effettuato appena possibile e con i chimici e le procedure indicate nella confezione del materiale.

Gabriele Chiesa





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