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Cenni sull'impiego
dei filtri fotografici


© 1993 by Gabriele Chiesa


Per un uso corretto dei filtri risulta molto utile una conoscenza almeno approssimativa della teoria del colore. In ripresa si possono infatti determinare gli accostamenti adatti e le filtrature di correzione necessarie (si osserva, ad esempio, che quando la luce è ricca di radiazioni azzurre - paesaggi innevati con forte riflesso del cielo terso - si interviene con un filtro più caldo - cioè verso il rosso - come quelli ambrati e ultravioletti).

Le stesse considerazioni risultano altrettanto valide per il bianco e nero in quanto si parte comunque da originali colorati, i colori dei quali possono essere schiariti usando un filtro di colore simile o scuriti usando un filtro di colore complementare.

Per esempio, per pulire la riproduzione di una fotografia o di una stampa antica che presenta all'originale macchie giallastre e arancioni si userà appunto un filtro giallo o arancione che schiarirà le macchie al punto di renderle praticamente trasparenti ed invisibili. Allo stesso modo un filtro rosso scurirà in maniera decisiva un cielo azzurro (ad esso complementare) mentre un filtro giallo, non esattamente complementare ma comunque sul lato opposto del diagramma dei colori, produrrà un effetto di scurimento più attenuato.

I materiali a colori hanno caratteristiche tali da consentire il migliore rendimento in condizioni determinate di qualità di illuminazine (colore di luce - cioè temperatura di colore); ad esempio le pellicole per luce diurna rendono bene in condizioni normali ma accentuano le dominanti proprie tramonto, dell'alba della sera... Queste deviazioni possono essere limitate con l'uso degli opportuni filtri compensatori.

Effetti di alterazione sono prodotti anche quando il soggetto riceve riflessi colorati da superfici vicine, ad esempio quando si ritrae una persona accanto a un muro colorato (mattoni rossi) o sotto agli alberi (che su questo pianeta risultano abitualmente verdi). Al momento della fotografia la carnagione sembra perfettamente normale, ma la luce colorata riflessa dal muro (o dalle foglie) produce poi nelle diapositive e nelle stampe a colori un effetto innaturale e spesso sgradevole.

Il risultato diventa più naturale ed accettabile se si includono nell'inquadratura gli elementi ambientali che hanno determinato quel particolare effetto.

Questa difficoltà di riconoscere in un soggetto reale effetti di colore che appaiono invece immediatamente evidenti nella sua riproduzione fotografica a colori deriva da due fatti: innanzi tutto si tende ad ammettere che il colore di un determinato soggetto sia caratteristico in ogni circostanza; in secondo luogo, il cervello, che decodifica le informazioni visive che gli provengono dalla scena, tende a correggere la percezione falsata dei particolari effetti di colore dell'illuminazione, adattandosi alle condizioni di percezione in modo che supera largamente le possibilità di una pellicola a colori. Per questa ragione i fotografi devono abituarsi a saper riconoscere gli effetti di colore indesiderati nei soggetti che vogliono fotografare e prendere i provvedimenti necessari affinché il loro risultato sia ricondotto in limiti accettabili.

A questo punto è opportuno considerare i diversi filtri e i loro effetti:

SKYLIGHT: di colore ambrato riduce le eccessive dominanti azzurre che si ottengono all'ombra sotto ad un cielo azzurro; attenua anche gli effetti del fogliame.

U.V.: assorbe i raggi ultravioletti invisibili all'occhio ma che possono, se troppo intensi, dare una intonazione tendente al blu sulla pellicola, usato anche per proteggere la lente frontale dell'obiettivo, dato che non introduce comunque modificazioni fastidiose.

FILTRI DI CONVERSIONE BLU/AZZURRI: si usano per aumentare leggermente la temperatura del colore per ottenere un tono più freddo; correggono la tendenza verso toni troppo caldi (al mattino presto o al tramonto).

FILTRI DI CONVERSIONE ROSSI: di debole intonazione rossa, sono usati solamente quando si impiegano in luce diurna pellicole nate per luce artificiale.

FILTRI AMBRATI PER BILANCIAMENTO: diminuiscono la temperatura colore e permettono di ottenere toni più caldi. Usati in presenza di superfici riflettenti come foglie e pareti di pietra.

Si noti che in fotografia si dice ALTA TEMPERATURA COLORE per indicare la tendenza al blu e all'azzurro (cyan), BASSA TEMPERATURA COLORE per indicare la tendenza all'arancione e al rosso; in pittura si dice rispettivamente COLORE FREDDO e COLORE CALDO.

Di impiego particolarmente utile con i materiali a colori risulta essere il filtro polarizzatore. Esso ha la caratteristica di eliminare in una certa misura i riflessi indesiderati delle superfici metalliche, vetri e acqua, fatto che però si verifica quando l'angolo di incidenza della luce assume un particolare valore discostandosi dal quale l'effetto anti-riflesso diminuisce in modo anche sensibile.

L'applicazione più interessante di questo filtro è però la possibilità di aumentare la densità dei colori (del cielo in particolare, che diviene molto più saturo); ciò avviene in modo molto più evidente quando tra sole-fotocamera-soggetto si forma un angolo di 90 gradi con il vertice in corrispondenza della macchina fotografica.

Questa particolare posizione o una simile rende molto più saturi i colori dell'intera scena. Per ottenere effetti ben visibili è però necessario ruotare il filtro sul suo asse, per questo motivo i filtri polarizzatori sono venduti in montatura tale da poter girare su loro stessi (come si gira la ghiera di messa a fuoco sull'obiettivo).

Per le riprese in bianco e nero si usano naturalmente anche i filtri U.V. e skylight ma anche filtri colorati che intonerebbero in maniera fastidiosa le normali riprese a colori. Si tenga presente che essi servono per schiarire i colori simili e scurire i contrapposti. Il giallo-verde schiarirà e modulerà bene i grigi derivanti da una foto con foglie, prati, campi, mentre darà un lieve scurimento del cielo dando rilievo alle nuvole. I filtri arancioni e rossi aumenteranno il contrasto generale (il primo meno del secondo) scurendo il cielo (molto) e l'erba (meno).


Un accenno anche ai filtri di effetto speciale.

Soft spot: ha una zona centrale nitida mentre tende ad annebbiare i contorni.

Color spot: centro corretto, contorno intonato in colore.

Split field: diviso in due parti, metà vetro neutro, metà lente addizionale; può sfuocare una parte di immagine o consentire al messa a fuoco contemporanea di un soggetto vicinissimo e uno lontano.

Fog filter: vela di bianco tutta l'immagine, dando una diffusione generale.

Diffuser, Duto, Softon: hanno vario effetto diffusore aumentando la morbidezza dell'immagine, le alte luci tendono ad invadere le zone più in ombra.

Cross-screen, Star e simili: producono riflessi a 4 oppure 6 oppure 8 punte nelle zone molto luminose (candele, lampade, gioielli, occhi ben illuminati).

Multivision ecc..: moltiplicano i soggetto ripresi in varia simmetria e numero.

Filtri colorati e sfumati a metà vetro consentono di intonare solo il cielo o il terreno producendo atmosfere strane ed irreali. Molti filtri di effetto possono essere autocostruiti con sistemi artigianali, bisogna solo aver fantasia e provare. Un buon effetto di diffusione soft può essere ottenuto semplicemente alitando sull'obiettivo e scattando immediatamente.

Gabriele Chiesa





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