Gli studi fotografici che si trovarono ad operare negli anni della seconda metà dell'Ottocento nelle maggiori città d'arte italiane, furono in condizione privilegiata per sfruttare commercialmente le nuove opportunità offerte dal mezzo.
Non esisteva ancora la possibilità di propagare immagini con una riproduzione qualitativamente elevata e in numero elevato. Le matrici per stampa ad inchiostro non erano ancora una realtà in grado di diffondere informazione visiva. L'alternativa all'immagine fotografica era ancora costituita esclusivamente dalle stampe con incisione tradizionale su lastra.
In queste condizioni era naturale che esistesse una consistente richiesta di copie fotografiche in grado di raccontare le bellezze artistiche e paesaggistiche italiane.
I viaggiatori ottocenteschi, per poter testimoniare e ricordare le proprie esperienze, trovavano nelle stampe fotografiche la soluzione ideale per comunicare attraverso le immagini, al loro ritorno, le emozioni vissute.
I professionisti che operavano a Firenze, Roma, Napoli... compresero che la nuova opportunità offriva interessanti prospettive commerciali. Iniziarono quindi a realizzare serie di riprese nella loro città, estendendo in seguito il campo d'azione a vere e proprie campagne fotografiche spostandosi attraverso tutta l'Italia.
L'organizzazione tecnica ed industriale di simili iniziative, insieme al successo di una produzione commerciale di articolate collezioni di stereoscopie, condusse alla costituzione di poderosi archivi di lastre. I primi studi fotografici che si erano attivati in questo settore finirono col conseguire una posizione di riferimento nei decenni successivi, quando la stampa delle immagini con inchiostro iniziò a richiedere originali per libri e periodici.
I fratelli Alinari, a Firenze, assorbirono le raccolte di altri studi ed assunsero una posizione predominante in questo campo.
In questa pagina sono raccolti alcuni esempi tratti dalle collezioni stereoscopiche dei maggiori studi fotografici italiani di fine Ottocento.
Il medesimo fenomeno che produsse lo sviluppo della stereoscopia in Italia, si verificò, forse ancora con maggiore intensità, in altre nazioni (Francia, Ingliterra...)
Accanto alla produzione stereoscopica legata alla storia, all'architettura, ai panorami e all'arte dei diversi paesi, si ebbe una consistente diffusione commerciale della stereoscopia "di genere".
Si trattava di immagini di intrattenimento (collezioni relative a novelle o racconti, trasposizioni stereoscopiche di eventi teatrali, rappresentazioni e rievocazioni di vario genere).
Accanto a questa tipologia di stereoscopie si diffuse anche un settore di produzione legato alla trasgressione sessuale, fino a sconfinare nella pornografia.
Va comunque considerato che il metro di giudizio morale vigente nella seconda metà dell'Ottocento era ben diverso dall'attuale, per cui anche le stereoscopie allora considerate decisamente volgari, possono forse essere oggi considerate con maggiore tolleranza.
Gabriele Chiesa