La fotografia di bambini in tenera età comincia
a trovare ampia diffusione intorno al 186O con la scoperta del metodo di
sensibilizzazione al collodio. Il problema più grosso era stato
fino a quel momento convincere i pargoli a rimanere fermi e con gli occhi
aperti per un tempo anche solo di un secondo; cosa che, se agli adulti
pare accettabilissima, richiede comunque qualche sforzo per i piccoli,
i quali spesso non sono neppure in grado di comprendere esattamente cosa
si vuole da loro.
Il nuovo sistema renderà comunque possibile
da quel momento la ripresa dei fanciulli. Le immagini di bambini costituiscono
oggi il 55% dei fotogrammi stampati a colori. È interessante notare
che mentre nel nord e centro Italia le foto che rappresentano bambini costituiscono
il 43% circa del totale, accade che nel sud tale percentuale passi ad oltre
il 71% (dati statistici Kodak) .
Nelle zone caratterizzate da una produzione prevalentemente
agricola la prole acquista un valore particolare, anche come fonte di ricchezza.
È per questo che i figli vengono più frequentemente consacrati
attraverso il rito fotografico. A questo si aggiungono gli effetti della
diversa composizione in classi di età che caratterizza le regioni
italiane.
Una particolare specie di ritratto, all'interno del
genere fotografico della ripresa di bambini, è il nudo. Tutti noi
ricordiamo di possedere o di avere almeno visto una di quelle immagini
dove il piccino adagiato supino sopra una coperta ci mostra sorridendo
il sederino. Una delle funzioni sociali della fotografia consiste nel sottolineare
valori specialmente approvati e questa è una delle migliori occasioni
per farlo. Il bambino, maschio o femminuccia che sia, dimostra la continuità
della famiglia, e bello, stimola tutta una serie di positive reazioni e
sentimenti; la stampa fotografica consente di presentarlo nella forma migliore
al gruppo sociale nel quale va ad inserirsi. L'esibizione dei genitali
diventa a questo punto un complemento che mette in rilievo l'importanza
del ruolo sessuale.
Stranamente, paiono quasi introvabili immagini che
non siano molto recenti e rappresentino maschietti con gli attributi in
mostra mentre ciò è abbastanza comune nelle fotografie che
raffigurano femminucce. Inaspettatamente, dicevo, in quanto la nostra cultura
concede maggior rilievo al ruolo maschile, ma non del tutto imprevedibilmente.
Nelle fotografie è infatti compito della donna esibire la figlia;
ciò le offre la possibilità di dimostrare con orgoglio di
aver generato un essere che le è simile e che continuerà
a mantenere in vita, attraverso il meccanismo della riproduzione, qualche
cosa della madre.
È in ambiente contadino che viene concesso maggior spazio all'ostentazione della sessualità dei bambini perché proprio l'economia contadina necessita della massima specificazione dei ruoli. Abbastanza frequente è in queste fotografie la presenza di un altro elemento caratteristico: il rosario; suo compito è di fungere da parziale schermo in modo che ogni possibile senso di peccato sia cancellato dalla mente dell'osservatore e si verifichino le condizioni adatte per valutare l'immagine nel suo corretto messaggio di solenne riconoscimento dei valori della maternità.
Gabriele Chiesa