Accidenti ! Sono passati 20 anni dal momento in cui ho scritto questo articolo!
Ormai
la situazione delle gallerie di fotografia a Brescia è decisamente
nuova.
Ken Damy ha ormai aperto da anni
il "suo" MUSEO DELLA FOTOGRAFIA KEN DAMY". Uno spazio di
cultura fotografica estremamente rilevante (uno dei maggiori a livello
mondiale). Il MUSEO DELLA FOTOGRAFIA del Cinefotoclub di Brescia ha un
suo spazio importante... poi ci sono nuove opportunità espositive...
Comunque uno sguardo indietro si può sempre dare...
Considerando l'orizzonte delle possibilità che rimangono aperte
in Brescia per chi si occupa di comunicazione fotogafica non èpossibile
trascurare la realtà costituita dal "Diaframma".
Si tratta di una galleria "d'arte" specializzata nel proporre immagini realizzate fotograficamente.
La denominazione non gli deriva (come alcuni potrebbero
pensare) dal fatto che vi si tengano improbabili corsi di educazione demografica
(ehm...), quanto piuttosto da quel dispositivo meccanico che regola, negli
obiettivi luminosita e profondita di campo.
Nato all'inizio del 1974, il "Diaframma"
ha trovato ospitalità per alcuni anni nei locali messi a disposizione
dell'Associazione Artisti Bresciani in via Gramsci 17.
Era la seconda galleria di immagine fotografica che
nasceva in Italia e nei primi tempi si fece le ossa appoggiandosi in tutto
alla sorella maggiore e ben più famosa che l'aveva preceduta a Milano
(il celebrato "Diaframma Canon" ).
In questo periodo fu per la prima volta possibile
vedere nella nostra città lavori di autori internazionalmente noti.
È necessario chiarire che al gruppetto di giovani che profondevano
energie e soldi in questa operazione, culturalmente rilevante quanto economicamente
improduttiva, non interessava solo portare nella nostra città le
belle stampe di fotografi famosi e lontani; l'aspirazione era quella di
creare una rete di contatti tra gli operatori del settore che avesse in
Brescia il suo centro.
L'aiuto degli amici di Milano venne perciò
presto superato e la gestione della galleria diventò completamente
autonoma, si impose l'esigenza di trovare una sede indipendente (dal l98O
piazza Duomo, angolo via Trieste 3).
Oltre alle buone fotografie il "Diaframma"
ha reso così possibile l'incontro personale e la discussione con
autori come Tavano, Gioli, Basilico, Traverso, Dolfo, Fontana, Pezzani
(per citare solo alcuni degli ultimi).
Una galleria di fotografie è però qualcosa
di molto diverso da una galleria dove si espongano pitture e sculture:
mentre queste ultime hanno un mercato ormai stabilizzato e posseggono un
valore riconosciuto di merce la fotografia, teoricamente riproducibile
all'infinito, riceve stime contrastanti.
La confusione attuale ha la conseguenza di paralizzare
il mercato delle stampe su sopporto sensibile.
Una via di uscita è forse costituita dalla
moltiplicazione litografica delle immagini che possono in questo modo essere
fruite da una cerchia molto vasta di persone,
Le riproduzioni, senza perdere contenuti estetici
ed espressivi, acquisterebbero m tal caso un pregio collezionistico diverso
che proverrebbe loro proprio dal fatto di nascere come multiplo.
Quando un autore affermato realizza una mostra fotografica
ben raramente pensa al suo lavoro come ad una serie di quadri unici: il
suo obiettivo e invece quello di ottenere la più vasta riproduzione
possibile delle immagini sulla carta starnpata; solo con la moltiplicazione
è infatti possibile ottenere il massimo grado di diffusione della
comunicazione visiva.
Ogni stampa su carta sensibile diviene perciò un'operazione a sé, finalizzata ad un uso ben preciso ( mostra, rivista, poster...).
Con la vendita di una copia non si imterrompe, nè sarebbe giusto farlo, il processo di propagazione dell'immagine, la stampa singola è solo un momento particolare, qualcosa di originale e di vero, ma non di unico.
Gabriele Chiesa