I fotografi di un tempo non si sarebbero mai sognati
di consegnare le loro stampe non adeguatamente montate su robusti cartoncini
che servissero a prolungarne la durata. La fotografia veniva fatta aderire
al supporto impiegando colle molto stabili nel tempo, spesso con presse
a caldo. In questo sistema si producevano oggetti destinati, già
in partenza, a resistere per molti anni.
Per queste immagini vennero fabbricati
album con pagine particolarmente robuste e adatte ad accogliere cartoncini
di generoso spessore. Perchè mai tutte queste precauzioni adatte
a prolungare la vita delle fotografie?
Il consumo fotografico non ancora
diffuso aveva allora un carattere di eccezionalità; la relativa
rarità delle riprese suggeriva perciò un rispetto per le
immagini oggi sconosciuto, il bisogno di prolungarne la conservazione nel
tempo era una logica conseguenza.
L'album diventò così il
contenitore delle immagini familiari ed alla funzione di conservare si
affiancò immediatamente quella di fornire il pretesto per un diario
storico sociale della famiglia. Il senso delle immagini, completato e chiarito
con poche righe di commento, dà luogo in questo modo ad un testo
iconico-verbale, che si presta a diversi tipi di lettura.
Le fotografie
sono infatti accompagnate da annotazioni che molto spesso non sono solo
date, nomi, luoghi, ma anche pensieri e giudizi su latti. potremmo dire
che qui troviamo le confessioni, più o meno sincere, non solo della
famiglia ma dell'intera classe cui questa appartiene, la storia dei suoi
dubbi, delle sue angosce, delle certezze, delle speranze; forse da qui
è possibile leggere nella coscienza sociale e politica di una classe.
Nell'album, a mo' di museo domestico, è possibile trovare ciocche
di capelli, foglie disseccate, biglietti di treno, lettere, disegni, buste
di stipendio e una quantità di altre cose che non sono lì
come oggetti, ma come immagine e testimonianza di sè stessi o di
avvenimenti che in questo modo vengono celebrati e ricordati.
Sulle vecchie foto troviamo traccia di operazioni eseguite attraverso gli anni: tagli per ridurle alla capacità di un portafoglio o di un ciondolo, scarabocchi infantili dei figli, ritocchi caricaturali, ecc... Tali operazioni manuali ci dicono spesso anche più di quanto l'immagine da sola non ci comunichi. L'abitudine di raccogliere e commentare le fotografie private e però oggi meno viva che in passato, che la causa sia da ricercare nella maggior fretta con cui ci dedichiamo a consumare qualsiasi cosa o forse anche nel diminuito valore dei simboli dell'unità familiare.
Non ci resta comunque che constatare che in questo modo si perde un'ulteriore occasione per esprimere la propria creatività.
Gabriele Chiesa