L’ articolo “Foto mia, proteggimi dall’arte” di Michele Smargiassi su Fotocrazia, blog di repubblica online, propone una interessante riflessione sull’impiego fotografico dei dispositivi mobili nei musei.

Mi è venuto un dubbio che ho risolto parzialmente facendo qualche ricerca sul web. Temo che l'esecuzione di fotografie con i cellulari possa comportare rischi per le opere fotografate. La ripresa non è infatti sempre  e puramente passiva, con l'esclusivo sfruttamento della luce riflessa. In condizioni di scarsa illuminazione si attiva infatti automaticamente il led di illuminazione ausiliaria.

Che tipo di emissione comporta e quale composizione spettrale ha questo tipo di luce? Inoltre ho osservato che alcuni smartphone non utilizzano per la messa a fuoco il led ma, come leggo dalle caratteristiche del dispositivo... "un laser a infrarossi per l’autofocus rapido".

Mi ero già reso conto che alcuni cellulari producevano un attimo prima dello scatto, una intensa luce rossa localizzata. Sono tentato di pensare che questa sia solamente una parte marginale, quella visibile, dell'emissione luminosa effettiva.

Ritengo che sarebbe interessante conoscere l'opinione degli esperti del settore.

La durata e l’intensità dell’emissione di luce ausiliaria per la messa a fuoco, visibile o infrarossa, è verosimilmente molto limitata, ma il numero dei visitatori che eseguono riprese di questo genere nell’arco di anni può raggiungere cifre vertiginose.

Varrebbe inoltre la pena di considerare che per la maggioranza schiacciante dei consumatori di riprese fotografiche, non ha alcun valore la fotografia in sé, quanto piuttosto l’atto in assoluto. Non risulta di alcun interesse possedere una ripresa fotografica della Gioconda: in rete si trova una quantità sterminata di immagini fotografiche di alta qualità.

Ciò che interessa è generalmente esaurito nell’azione che permette di affermare “ho fotografato la Gioconda”. Il risultato è del tutto trascurabile e non avrà alcun impiego pratico se non eventualmente quello marginale che si estingue nel breve lasso di tempo necessario a raccogliere qualche distratto “mi piace” dagli amici FaceBook.

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