© 2000 by Gabriele Chiesa
[IMMAGINI ANCORA DA INSERIRE]

Accidenti ! Erano gli Anni Ottanta quando scrissi questo articolo per il Giornale di Brescia!
La situazione delle gallerie di fotografia a Brescia è decisamente nuova. Il Museo della Fotografia Ken Damy è ormai una realtà storica: uno spazio di cultura fotografica estremamente rilevante (uno dei maggiori a livello mondiale). Il museo della fotografia del Cinefotoclub di Brescia ha un suo spazio importante... poi c'è la Wave Photo Gallery... poi ci sono nuove opportunità espositive...

Comunque uno sguardo indietro si può sempre dare...

Considerando l'orizzonte delle possibilità che rimangono aperte in Brescia per chi si occupa di comunicazione fotogafica non èpossibile trascurare la realtà costituita dal "Diaframma".

Si tratta di una galleria "d'arte" specializzata nel proporre immagini realizzate fotograficamente.

La denominazione non gli deriva (come alcuni potrebbero pensare) dal fatto che vi si tengano improbabili corsi di educazione demografica (ehm...), quanto piuttosto da quel dispositivo meccanico che regola, negli obiettivi luminosita e profondita di campo.

Nato all'inizio del 1974, il "Diaframma" ha trovato ospitalità per alcuni anni nei locali messi a disposizione dell'Associazione Artisti Bresciani in via Gramsci 17.

Era la seconda galleria di immagine fotografica che nasceva in Italia e nei primi tempi si fece le ossa appoggiandosi in tutto alla sorella maggiore e ben più famosa che l'aveva preceduta a Milano (il celebrato "Diaframma Canon" ).

In questo periodo fu per la prima volta possibile vedere nella nostra città lavori di autori internazionalmente noti. È necessario chiarire che al gruppetto di giovani che profondevano energie e soldi in questa operazione, culturalmente rilevante quanto economicamente improduttiva, non interessava solo portare nella nostra città le belle stampe di fotografi famosi e lontani; l'aspirazione era quella di creare una rete di contatti tra gli operatori del settore che avesse in Brescia il suo centro.

L'aiuto degli amici di Milano venne perciò presto superato e la gestione della galleria diventò completamente autonoma, si impose l'esigenza di trovare una sede indipendente (dal l98O piazza Duomo, angolo via Trieste 3).

Oltre alle buone fotografie il "Diaframma" ha reso così possibile l'incontro personale e la discussione con autori come Tavano, Gioli, Basilico, Traverso, Dolfo, Fontana, Pezzani (per citare solo alcuni degli ultimi).

Una galleria di fotografie è però qualcosa di molto diverso da una galleria dove si espongano pitture e sculture: mentre queste ultime hanno un mercato ormai stabilizzato e posseggono un valore riconosciuto di merce la fotografia, teoricamente riproducibile all'infinito, riceve stime contrastanti.

La confusione attuale ha la conseguenza di paralizzare il mercato delle stampe su sopporto sensibile.

Una via di uscita è forse costituita dalla moltiplicazione litografica delle immagini che possono in questo modo essere fruite da una cerchia molto vasta di persone,

Le riproduzioni, senza perdere contenuti estetici ed espressivi, acquisterebbero m tal caso un pregio collezionistico diverso che proverrebbe loro proprio dal fatto di nascere come multiplo.

Quando un autore affermato realizza una mostra fotografica ben raramente pensa al suo lavoro come ad una serie di quadri unici: il suo obiettivo e invece quello di ottenere la più vasta riproduzione possibile delle immagini sulla carta starnpata; solo con la moltiplicazione è infatti possibile ottenere il massimo grado di diffusione della comunicazione visiva.

Ogni stampa su carta sensibile diviene perciò un'operazione a sé, finalizzata ad un uso ben preciso ( mostra, rivista, poster...).

Con la vendita di una copia non si imterrompe, nè sarebbe giusto farlo, il processo di propagazione dell'immagine, la stampa singola è solo un momento particolare, qualcosa di originale e di vero, ma non di unico.

© 2000 by Gabriele Chiesa
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